Il CTA (Centro di Trattamento Ambulatoriale) è la struttura nata con l’intento di diffondere in Guinea Bissau la conoscenza sull’AIDS e di intervenire per contrastarne la diffusione. Muove i suoi primi passi nel 2001 grazie all’associazione locale “Ceu e Terras” sostenuta in Italia dall’omonima “Cielo e Terre” (voluta da padre Alessandro Sacchi del PIME) che ha potuto avvalersi della collaborazione con l’Ospedale “Luigi Sacco” di Milano. Inizia ad operare su donne in gravidanza che già avevano l’abitudine di afferire ai Centri di Salute spiegando loro che potevano eseguire un test per verificare l’eventuale contagio con il virus e che avevano la possibilità di evitare la trasmissione dell’infezione ai loro figli (progetto PTMF).
Un ulteriore e grosso passo in avanti viene fatto con l’introduzione della terapia antiretrovirale (TARV) che ha permesso di trasformare l’AIDS in una malattia che può essere curata. La terapia antiretrovirale ha posto però delle nuove necessità: per dare dei risultati ottimali è necessario che il paziente venga monitorato nel tempo. Occorre, infatti, sottoporlo ogni tre mesi a esami di laboratorio e farlo seguirle dal punto di vista clinico e terapeutico da un medico.
Nel 2006 Kibinti inizia la progettazione del nuovo CTA che vede il termine della sua realizzazione nel 2010.
Oggi il CTA può contare su:
– Una sala d’attesa attrezzata con sedie e panche
– Una stanza per l’accettazione dotata di computer per la raccolta dei dati
– Due ambulatori per le visite mediche
– Una studio per i colloqui con lo psicologo
– Una sala prelievi
– Un laboratorio
– Una farmacia
L’allestimento del nuovo laboratorio è costato particolare impegno sia per quanto riguarda la strumentazione sia per la formazione del personale: si è passati da una struttura dove venivano eseguiti dei semplici test rapidi a una struttura che doveva soddisfare le molteplici richieste diagnostiche legate al trattamento TARV. Il primo grosso problema che si è posto con l’acquisto della strumentazione nuova era il dover garantire che la struttura fosse costantemente alimentata con energia elettrica. Si è, quindi, provveduto prima di tutto all’installazione di un impianto fotovoltaico dotato di inverter e un generatore in modo che insieme potessero soddisfare questa necessità.
Oggi il laboratorio è fornito di due apparecchi per l’esecuzione dell’emocromo, tre apparecchi per l’esecuzione della chimica clinica (glicemia, funzionalità epatica e renale) e due citofluorimetri per la conta dei linfociti CD4 (parametro indispensabile per monitorare i pazienti in TARV). In questo progetto, è stato fondamentale l’aiuto di una biologa (che fa parte dell’associazione): grazie alle sue visite periodiche in Guinea, ha potuto aggiornare i tecnici locali sulle nuove strumentazioni e seguire la manutenzione degli strumenti.